Documenti › Pedriola (alpe, Macugnaga)
Permuta. Milano, 999 Giugno 22
Arnulfo, arcivescovo di Milano, commendatario della pieve di S. Pietro di Brebbia, cede a Lanfredo abate del monastero di san Salvatore <poi di san Graciniano> di Arona, presso il lago Maggiore, una serie di beni ubicati in Ossola, pertinenti alla detta pieve e sottoposti all'arcivescovo di Milano, ricevendo in cambio beni di proprietà del detto monastero siti nel territorio di Brebbia e Gallarate. Tra i beni ottenuti dal monastero di Arona si annoverano quattro alpicelle e quattro stallaree ubicate in valle Anzasca: le prime, dell'estensione di 600 iugeri, dette rispettivamente "Vacarecia", Garda, Macugnaga e "Rovi"; le seconde, di 400 iugeri, denominate Pedriola, Rosareccio, Caspisana e Quarazzola. [Ester Bucchi De Giuli]
Controversia. Vogogna, 1400 - 1499
Negozi e cause tra vari privati di Macugnaga da una parte e privati della valle Anzasca dall'altra per il possesso degli alpi Pedriola e Rosareccio a Macugnaga. [Prof. Enrico Rizzi]
Vendita. Bannio Anzino, 1423 Maggio 3
Antonio del fu Giacomino "de Stabiolis", Giovanni del fu Tommaso "de la Villa", Antonio Bianchi "de la Testa", Giovanni del fu Pietro Tommaso, Antonio del fu Pietro "Barbete", Ancz del fu Pietro "Barbete", Giovannino "Mechi", Giacomo e Giovanni "Mechi", Tommaso del fu Antonio "della Fontana", Zano figlio di "Rogur", Martino "de Lovego", Giano del fu Pietro, Zanino del fu Nicola "de Pezedo", Antonio del fu Giorgio e Berzio "Mechi", tutti di Macugnaga, vendono a Bartolomeo Tonsi "de Albertacio" gli alpi di Rosareccio e Pedriola, mantenendo però il diritto di pascolo e la possibilità di raccogliervi la legna. [Prof. Enrico Rizzi]
Vendita. Bannio Anzino, 1423 Giugno 27
Bartolomeo Tonsi "de Albertacio" vende per cento lire imperiali a Pietro del fu Bartolomeo detto "Tonsi Veride", Bartolomeo del fu Giovannino detto "Tonsi Veride" e Bartolomeo del fu Bertolo detto "Anricus", tutti di Calasca, gli alpi Pedriola e Rosareccio, acquistati da alcuni uomini di Macugnaga il 3 maggio dello stesso anno. [Ester Bucchi de Giuli]
Compravendita. Bannio Anzino, 1441 Novembre 21
I fratelli Giovannino e Giovanni del fu Bartolomeo detto "Copatus" di San Carlo dichiarano di aver ricevuto quattordici lire imperiali da Giovanni del fu Barba di Calasca, quale prezzo della vendita del diritto d'erba di ventuno denari - sul complesso di sei lire imperiali - relativo agli alpi Rosareccio e Pedriola, nel territorio di Macugnaga, unitamente ai vari diritti pertinenti, compreso quello relativo all'utilizzo della caldera. [Ester Bucchi De Giuli]
Vendita. Calasca, 1516 Ottobre 18
Domenico del fu Pietro "Zanoya" di Calasca vende a Domenico del fu Antonio "de Boyti" di Calasca sei denari dell'erba e dell'alpiario degli alpi Rosareccio e Pedriola, con relativi casera, caldera e diritti di accesso, al prezzo di sette lire e quattro soldi imperiali. [Prof. Tullio Bertamini]
Vendita. Calasca, 1517 Febbraio 18
Domenico del fu Pietro "Zanoya" di Calasca vende a Domenico del fu Antonio "Boyti" e a Giovanni del fu Pietro "Saddi", entrambi di Calasca, sei denari dell'erba e dell'alpiario relativi algli alpi Rosareccio e Pedriola, con annesse caldera e casera, computata in sei lire imperiali, al prezzo di sette lire e quattro soldi imperiali. [Prof. Tullio Bertamini]
Vendita. Calasca, 1521 Novembre 24
I fratelli Antonio e Giovanni del fu Bartolomeo di Pietro "Zanoreti" di Calasca vendono a Pietro del fu Giovanni "della Preta" di Calasca quattro denari d'erba e dell'alpiario, con casera e caldera, relativi agli alpi Rosareccio e Pedriola, siti nel territorio di Macugnaga, al prezzo di cinque lire imperiali. [Prof. Tullio Bertamini]